“Lasciando andare, diventiamo liberi di usare tutto il nostro potere mentale per godere di questo momento e creare un futuro meraviglioso.” Louise Hay
Come ogni anno rieccoci a fare il sunto dell’anno che sta per finire.
Trovi molto utile riguardare a ciò che è stato per vivere meglio il mio presente e cercare di capirmi ogni anno un po’ di più.
È stato un anno difficile sotto molto punti di vista, ma di certo ricco e molto educativo.
Ho rafforzato la consapevolezza che nella crisi so venirne fuori; che i problemi hanno sempre una soluzione, che ci piaccia o meno; che sono circondata da persone stupende che mi vogliono bene per quel che sono; che la conoscenza di me stessa è solo all’inizio; che a volte bisogna mollare tutto e tutti per sopravvivere.
Quest’ultimo pensiero è quello su cui sto lavorando ora.
Negli ultimi due mesi sono stata sopraffatta dal lavoro, dalle emozioni e dalla stanchezza.
Stanchezza dovuta al correre dietro alla vita, alla mia “malattia”, al bisogno di riempire vuoti, alla necessità di far sentire bene tutti coloro a cui voglio bene, al pretendere il 120% da me stessa.
Ho cavalcato inconsciamente e sconsideratamente quella sottile linea del mio limite personale cercando di capire quanto potessi osare.
Fortunatamente mi è stato ricordato di “mollare tutto e subito” in tempo.
Ho la capacità naturale di assorbire i drammi altrui senza troppe afflizioni, ma questo quando il mio io funziona perfettamente.
Ultimamente ero stanca, energicamente vuota e il turbinio dei problemi altrui mi hanno trascinato in un vortice al ribasso.
Ho dovuto dire basta.
Mi dispiace non esserci, non voler scrivere ne parlare con nessuno, non voler ascoltare quelli che io sento come dischi interrotti. Mi dispiace ma ora ho bisogno di pensare a me. Mafalda mi ha chiesto attenzione e lo ha fatto come solo lei è in grado, scuotendo ogni singolo muscolo e nervo del mio corpo.
Dormo, leggo, mangio se ho fame, dormo di nuovo.
Sono tornata in montagna, sulla cima, tra la neve. Sola. E mi sono goduta quella libertà che non so spiegare. Sono come si suol dire in convalescenza dal mondo. È un processo a me fondamentale che mi premette di vivere e relazionarmi con tutti voi. La mia solitudine è fondamentale per la mia socialità.
Mi sono ripromessa di essere felice, di provarci ogni giorno della mia vita, sia essa breve o lunga.
Mi sono ripromessa di essermi fedele, e di non aver rimpianti.
Mi sono ripromessa di non avere dipendenze da nulla o nessuno.
Mi sono ripromessa di amare nel senso più libero del termine senza vincoli ne pretese.
E per farlo devo dimostrare di amare la mia testa, il mio corpo e il mio cuore.
Questo anno è stato difficile ma mi ha ricordato chi sono, chi voglio essere e che sono italiana.
Nell’accezione di parte di
“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigatori”
Mi hanno chiamata come una principessa ma anche come il personaggio di un fumetto. Che cosa buffa…. entrambe mi rappresentano.
Au revoir.